L'ENCICLOPOP
L'Enciclopop apre l'armadio della Zanichelli e gli dà una veste nuova.
Le parole tolgono le scarpe con gli occhietti e allacciano le Dr. Martens in 2000 passi.

Da un'idea di Natalia La Terza, Assunta Martinese, Rosanna Pasqualini e Gianluca Grappone.

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"PICCIRIDDO Al liceo lo usavamo così: “Sei un picciriddazzo, una picciriddazza” ci insultavamo fra noi. Bambini di sedici anni che si ferivano dandosi dei bambini di (boh?) sei, dieci anni. “È un picciriddazzo”, mi lamentavo con la mia migliore amica del ragazzo che mi aveva messo le corna alla prima festa ubriaca a cui chissà perché non c’ero, con una che neanche era carina, ovviamente, ma scosciatissima, ovviamente, e quello aveva avuto pure il coraggio di negare, con tutti i testimoni, i nostri amici, i miei amici, ma come si può. “Che picciriddazza”, bofonchiava il mio migliore amico all’indirizzo della ragazza che l’aveva mollato perché non si sentiva pronta per una storia, perché voleva ancora divertirsi, mica diventare grande e musona insieme a lui, chiusa al gruppo, alienata, confinata ai margini del divertimento nel mondo melmoso e nauseante del cipciop a due.
È nel dispregiativo che si è depositato l’ultimo mio ricordo del termine, prima che andassi via dalla Sicilia: immaturo, bambinone, bamboccione (s’è detto poi di certi quarantenni, dell’adolescenza espansa come brodo, come se non bastasse la sua mostruosità in quei pochi anni). Pensare che una volta, tanto tempo prima, nei primi anni Ottanta, picciridda era una parola che profumava di innocenza e maturità: una volta, nella mia famiglia, pare ci fosse una picciridda paffuta e occhiuta che attraversava un’infanzia avversa facendo vergognare adulti instabili, disfunzionali, mai cresciuti, insomma adulti picciriddazzi, e le bastava uno sguardo per esercitare il suo potere sovrano. Una picciridda silenziosa che osservava tutto e leggeva più del dovuto, puntava silenziosamente il dito, riuniva con la sua sola presenza una famiglia squinternata la sera di Natale, dettava le leggi del pranzo e della cena a genitori senza orari.
[E ora? Che ne è dell’equilibrio maturità/immaturità su cui si gioca l’esser picciriddi o picciriddazzi? Passati i trent’anni, la domanda si fa sempre più penosa: lasciamola dov’è e brindiamoci su, senza bisogno di feste ubriache con la musica brutta a volume fastidioso, ma in solitario, magari con Tom Waits al posto della techno, col Martini con ghiaccio al posto della vodka al melone, sicuramente senza zaino Invicta e senza testimoni scomodi]."

Nadia Terranova ha scritto per ragazzi e per adulti per diversi editori tra cui Orecchio Acerbo, Fernandel, la Nuova Frontiera. Tra i riconoscimenti ottenuti dai suoi libri il Premio Napoli e il Premio Mariele Ventre.

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    1. 2 notesTimestamp: Friday 2013/05/24 0:41:00picciriddonadia terranovalenciclopop
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